Sviluppo e comportamento
Nel gatto si hanno le medesime fasi di sviluppo che abbiamo esaminato nel cane (neonatale, di transizione, di socializzazione, giovanile), ma sono di minore durata.
Alla nascita i gattini sono estremamente inetti: ricordate che anche per quanto riguarda l'urinazione essi sono totalmente dipendenti.Infatti, solo grazie allo stimolo determinato dal leccamento della madre sulla zona dove sbocca l'uretra (cioè dove la pipì giunge all' esterno), si ha il rilascio dello sfintere e quindi l' uscita dell' urina.
A questo proposito, quando capita di trovare per la strada un micino ancora con gli occhi chiusi , prima ancora di preoccuparsi di dargli il cibo, è vitale massaggiargli con un dito la parte sotto l'ano: quasi immediatamente si avrà il rilascio dell' urina.Spesso gattini abbandonati così piccoli patiscono dolori lancinanti a causa della dilatazione eccessiva della vescica ed emettono miagolii insistenti perché da soli non riescono a urinare.Prima di tutto occupiamoci della loro pipì e solo poi del loro appetito!
Anche per quanto riguarda il gatto, la mamma produce ferormoni dopo il parto che vengono percepiti dai piccoli e creano attaccamento. L'attaccamento va molto al di là della sopravvivenza: crea le basi solide sulle quali il soggetto crescendo troverà la possibilità di construire una sua identità e autonomia. Solo a partire dalla base solida (la madre) il gattino troverà il coraggio di esplorare il mondo.
Ricordate che, essendo sordo e cieco alla nascita, il gattino riconosce la vicinanza della madre solo grazie alle percezioni chimiche dei ferormoni.
A proposito di questi, il gatto li percepisce attraverso un atteggiamento molto tipico: il labro superiore si alza, le narici si chiudono, la bocca viene socchiusa immettendo aria rapidamente.Questo atteggiamento particolarissimo prende il nome di flehmen, molto evidente nel gatto adulto quando il soggetto vuole "identificare" molto bene un odore. In realtà il flehmen è un tipo di identificazione chimica, non olfattiva, molto precisa.
Durante i primi quindici giorni di vita si ha uno sviluppo rapidissimo delle capacità motorice e sensoriali.
A circa tre settimane spuntano ai gattini i denti da latte: da questo momento la gatta incomincerà a dissuadere i piccoli dalla suzione del latte. Lo svezzamento in genere comincia da questo momento.
Sempre dalla terza settimana la madre incomincia a insegnare i primi rudimenti del comportamento predatorio e, sempre dalla terza settimana,ha inizio il periodo di socializzazione che termina alla fine della sesta.
Intorno alla quarta settimana la madre incomincia a portare ai piccoli delle prede.Dapprima le porterà già morte, poi moribonde, poi solo ferite. In questo modo insegna poco alla volta ai piccoli dapprima il mangiare, poi l'uccidere una preda.Succesivamente insegnerà la caccia.
Come si può notare la ricettivita agli insegnamenti riguardantiil comportamento sociale è molto breve e quindi periodo è essenziale per un corretto sviluppo psicologico del soggetto.
La separazione dalla madre di solito avviene a poco a poco fino a essere definitiva intorno ai 4 mesi. Esistono però attaccamenti molto forti che possono durare fino al parto successivo o durare tutta la vita, nel senso che il figlio (soprattutto se femmina) rimane nelle vicinanze della madre e torna da lei quando deve partorire a sua volta e quando si trova in difficoltà.
Contrariamente a quando alcuni possono pensare, il gatto in libertà non è un animale molto aggressivo con i suoi simili, esso impara fin da piccolo delle regole di comportamento che sono articolate in modo da evitare al massimo gli scontri.
Normalmente anche da adulti i gatti non ingaggiano scontri per il cibo: anche nei gattili dove molti soggetti sono tenuti insieme nello stesso ambiente e vengono alimentati con ciotole comuni, si assiste raramente a fenomeni di vera aggressività.